Siccità, la grande sete avanza, sistema idrico al collasso.

La siccità interessa molto da vicino 37 milioni di italiani, la grande sete avanza.

Il nostro sistema idrico è letteralmente al collasso, a confronto quello dell’Impero Romano funzionava assai meglio, e andrebbe ricostruito dalle fondamenta, e a breve si presenterà, nel programma, una proposta in tal senso..

A Roma un’ordinanza sindacale raziona per zone l’erogazione dell’acqua, ed il bacino di Bracciano si sta abbassando pericolosamente e la Coldiretti del Lazio lancia l’allarme “ancora pochi giorni di autonomia per le aziende agricole”.

Gli esperti affermano “servono misure strutturali, ma chi governa non ha neppure iniziato”.

Siamo in stato di emergenza, consumiamo più acqua di quanto possiamo permetterci, e la nostra raccoltà delle acque piovane ammonta a solo l’11 % delle precipitazioni, pur copiose.

Il nord non si trova in condizioni migliori, il Po, a Staffarda (CN), appare profondo solo 13 centimetri e nel suo percorso conosce situazioni emergenziali in svariate regioni e province, con evidenti ricadute sulle coltivazioni.

La siccità alimenta inoltre la grande migrazione proveniente dal Sahel e dall’Africa sahariana.

E se questa è la situazione le cause della stessa vengono da lontano.

Ma la cosa grave è che dal Governo non viene nessuna proposta di soluzione della problematica, l’unico provvedimento che sono in grado di assumere è la dichiarazione dello stato di emergenza per svariate aree provinciali e regionali. Tra l’altro ciò comporta ulteriori spese per l’erario, spese che gravano sui contribuenti.

Cittadini ed imprenditori agricoli fanno la danza della pioggia, sembrano nativi americani, il Governo neppure quello, semplicemente a coloro che governano non importa.

Sembra quasi che il sentimento che alberga nei nostri governanti sia il desiderio di schiacciare sempre più la gente, farla sprofondare in un limbo di magmatica sofferenza, ove ogni reazione e pensiero pare impossibile, che si governi contro la gente, in ossequio a interessi altri, addirittura non italiani, e sicuramente partitici e partigiani.

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