Artigli…

Ci braccano.

Ci scrutano dall’alto, ci piombano addosso e dilaniano le nostre carni.

Aquile e topolini.

Noi siamo i topolini, la gente comune, noi che facciamo finta che vada tutto bene, noi che tiriamo avanti giorno per giorno, senza speranze e futuro.

I rapaci con gli artigli sono i Signori Romani, con tutto il loro codazzo, la loro corte dei miracoli, loro reggitori, noi sudditi.

Ci buttano gli avanzi, ci fanno stare fuori dal castello al freddo, ci confinano in misere baracche, non si curano della nostra vita, dei nostri bisogni e desideri.

Popolani derelitti, silenti, proni e percossi.

Servi della gleba!

 

 

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