Populismo ed astensionismo: la risposta dei popoli traditi!

In tutti i paesi dell’Ue i movimenti populisti crescono: il Front National in Francia, in Spagna Podemus, in Austria hanno vinto le elezioni, in Grecia sono saliti al potere ed in Germania l’Afd ha preso il 13 %. In Italia ugualmente il M5s è nato in questo solco.

In Europa crescono l’astensionismo e questi movimenti, mentre i partiti tradizionali si contraggono.

Tutti questi movimenti vengono definiti, dai poteri forti e dai partiti al governo, nazionalisti, xenofobi ed intolleranti, a volte a torto ed altre volte con parziale corrispondenza al vero, ma una giusta analisi andrebbe condotta caso per caso.

Quello che difetta in chi governa è l’analisi dei motivi del successo di questi movimenti, unitamente all’assenza di una coscienza critica del proprio operato e ruolo istituzionale.

L’astensionismo nasce e si alimenta della disperazione e del tramonto della speranza, mentre i movimenti populisti intercettano la protesta di coloro che ancora vogliono opporsi al pensiero dominante e credono che si sia ancora in tempo per incidere concretamente nella vita della persone e nel destino delle nazioni.

Questi movimenti, nonostante le resistenze dell’elite dominante, sono destinati a prendere piede perché i partiti tradizionali al Governo hanno perso il contatto con i popoli europei che essi dovrebbero rappresentare.

Essi nei prossimi dieci anni assumeranno le redini di Paesi fondamentali del vecchio continente, per cui ciò che veramente conta è comprendere quali sono le proposte programmatiche dei medesimi, valutarli caso per caso sulla base di ciò che propongono e delle azioni che intraprendono.

I limiti dell’ammissibilità delle proposte di questi movimenti debbono rispettare i principi fondanti dei rispettivi ordinamenti, veri ed unici criteri oggettivi di valutazione.

Ben vengano i movimenti populisti se essi si curano della loro gente abbandonata e disperata.

 

 

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