Quello che hanno fatto le belve di Rimini

Erano in quattro, due di loro tenevano a terra e picchiavano selvaggiamente il ragazzo, sul corpo e sulla testa, anche con bottiglie di birra, gli altri due la  violentavano a turno.

Poi le due coppie di assalitori si sono scambiati i ruoli, quelli che avevano picchiato il ragazzo sono passati a violentare la ragazza e viceversa.

Mentre la violentavano le sferravano calci sul corpo e sulla testa, facendola soffocare con il viso sprofondato nella sabbia, la strangolavano dicendole, adesso ti ammazziamo.

Dopo questa prima sessione di violenze la ragazza polacca era paralizzata psicologicamente e stremata fisicamente, nel corpo e nell’intimo.

Poi le belve l’hanno trascinata in acqua per lavarle tutto il corpo, ma solo perché confidavano che l’acqua fredda della notte ridesse tensione ai tessuti e li facesse restringere nuovamente.

Dopo pochi minuti hanno ricominciato, ma due alla volta, insieme, penetrandola davanti e dietro contemporaneamente. Non si sa se sia stata violata anche oralmente.

Poi l’hanno abbandonata mezza morta, dopo aver quasi ammazzato l’amico, ma, non paghi, hanno catturato la prostituta e l’hanno violentata a turno, ma per diversificare lei è stata violata in posizione eretta.

Queste le dichiarazioni rese dalla vittima al magistrato che giustamente un quotidiano ha avuto le palle di pubblicare.

Giustamente perchè non siamo noi a doverci vergognare di sapere e scrivere quello che hanno fatto e perchè non passi un assurdo buonismo che già sento strisciare, termine corretto, in commenti e scritti.

Sapere aiuta a comprendere, chiarisce le idee e, speriamo illumini nel giudicare.

Realisticamente credo che sarebbe meglio consegnarli alla Polonia, perché il nostro sistema giudiziario non farà giustizia e a forza di buonismo senza senso non abbiamo le palle per fare giustizia, neppure secondo diritto.

 

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