Monte dei Paschi di Siena

Alla fine il senso complessivo dell’operazione Mps condotta dal Governo è che adesso il controllo dello storico istituto è in mano pubblica, ossia è dello Stato, di tutti noi, e a breve la quota statale raggiungerà il 70%.

Vediamo i dati della magica operazione dei geni romani, relativi all’ultimo anno (giugno 06-giungo 07): Mps ha perduto la metà del patrimonio netto, ha diminuito i dipendenti di 1.000 unità, chiuso 172 filiali, ha una perdita di bilancio di 3,2 miliardi di Euro, ma soprattutto ha crediti a rischio per 61 miliardi di euro, e di questi 58 sono in mano a 11 grandi debitori, dei quali il Tesoro ci nasconde i nominativi.

Complimenti, proprio un grande affare, veramente alta finanza. Ci sarebbe da ridere se non fosse che si tratta di una sacca purulenta che rischia di scoppiarci in faccia.

E adesso vogliono riportare Mps in borsa, ossia provare a fregarci di nuovo, facendoci investire su una nave che fa letteralmente acqua, con le fiamme sulla soglia della polveriera, che potrebbe esplodere o inabissarsi.

Per cui fanno disastri di cui non si curano e poi vogliono anche raccontarci la barzelletta che un investimento in Mps sia una grande prospettiva di guadagno.

Prima Mps era la banca controllata dal PD, praticamente fallita è stata salvata dallo Stato e adesso il disastro economico ce lo sorbiamo noi italiani.

Veramente non tengono decoro, come direbbero in tante regioni italiane.

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