Quello che il Governo non dice

Il Presidente dell’Inps, Tito Boeri, ieri ha dichiarato: “assegni a rischio se si blocca l’aumento dell’età pensionabile”, e la Ragioneria di Stato, ancor più chiaramente: “Pensione a 67 anni o sarà il crack”.

Ormai abbiamo capito, l’età pensionabile la alzeranno, perché non possono fare altrimenti, pena il crack dell’Inps: pensate come siamo messi male, o fanno questo aumento da 66 anni e 7 mesi a 67 anni, oppure saltano le pensioni.

Questo significa che corriamo sull’orlo del baratro.

In Italia vige ed impera la codardia ed il diniego delle responsabilità connesse alla funzione, mi spiego: non deve essere il Presidente dell’Inps o la Ragioneria di Stato a comunicarci queste tragiche notizie.

Deve essere il Presidente del Consiglio ad andare in televisione, a metterci la faccia e dire agli italiani che siamo talmente messi male da essere costretti all’adozione di questa misura e, probabilmente gli italiani mugugnerebbero ma abbasserebbero la testa e dopo tre giorni non se ne parlerebbe neppure più.

Uno statista deve possedere questo spessore ed avere il coraggio della verità nei confronti del proprio popolo.

Quello che non va bene è che non si abbia questo coraggio, è come se volessero far passare le notizie a gocce, per abituarci all’idea, come fossimo dei poppanti non senzienti.

Ma, ancora peggio, è che non ci dicano che le cattive notizie non si fermano qui. Basta leggere un poco di analisi della spesa pensionistica per capire che:

A – l’aumento dell’età pensionabile è necessario;

B – gli anni di contribuzione saranno alzati;

C- il coefficiente di trasformazione dovrà essere considerevolmente abbassato (rapporto tra retribuzioni ed ammontare dell’assegno) = assegni più bassi;

D- non mettono un tetto massimo degli anni di lavoro;

In estrema sintesi significa che: si andrà in pensione con sempre più anni di lavoro, senza differenziazioni tra tipologie di lavoro, in età sempre più avanzata e, soprattutto, con assegni sempre più bassi.

Questo è quello che sta già succedendo, la via è segnata e forse si farà ancora più ripida, il grave è che il Governo non ce lo dica, non possieda il coraggio della verità.

Per cui cari italiani prendetene atto e sappiatevi regolare.

Evoluzione Necessaria vi dice le cose come realmente sono, nel Programma del movimento troverete le proposte sulle Pensioni.

2 pensieri riguardo “Quello che il Governo non dice

  1. questo accade perchè l`inps i nostri soldi versati li mette tutti in un calderone e oltre a pagare le DOVUTE PENSIONI fa anche ASSISTENZIALISMO, ebbene si ma questo non viene detto.
    E le due cose andrebbero finanziate con due fondi diversi e non con i soldi di chi ha sempre versato i contributi. (CASINO DEI FURBACCHIONI ALL`ITALIANA)

    Esepio come fanno in Svizzera : Come funziona la previdenza per la vecchiaia in Svizzera?
    per maggiori informazioni visitate http://www.ch.ch

    La previdenza per la vecchiaia in Svizzera si basa sul sistema dei tre pilastri. L’AVS e l’assicurazione per l’invalidità (AI), assieme alle prestazioni complementari (che intervengono laddove le rendite e il reddito non coprono il minimo esistenziale), formano il primo pilastro, che ha lo scopo di coprire il fabbisogno vitale ed è obbligatorio. La previdenza professionale (cassa pensione), pure obbligatoria, forma il secondo pilastro. Il terzo pilastro costituisce la previdenza individuale facoltativa
    Primo pilastro/AVS: previdenza statale
    Il primo pilastro rappresenta l’assicurazione per la vecchiaia e i superstiti (AVS). Vi rientrano anche l’assicurazione per l’invalidità (AI), le indennità per perdita di guadagno per chi presta servizio e in caso di maternità (IPG) e l’assicurazione contro la disoccupazione (AD).
    Secondo pilastro: previdenza professionale
    Sono assicurati tutti i salariati soggetti all’AVS che conseguono un reddito annuo di almeno 21 150 franchi (stato: 2017). L’obbligo assicurativo comincia il primo giorno del rapporto di lavoro, ma non prima di aver compiuto i 17 anni. Inizialmente – fino ai 24 anni compiuti – i contributi coprono unicamente i rischi di decesso e invalidità. Dall’anno seguente il compimento del 24° anno di età e fino alla cessazione dell’attività lucrativa viene accumulato anche il risparmio per la rendita di vecchiaia.
    Contributi volontari
    Non sottostanno all’assicurazione obbligatoria per esempio gli indipendenti e i salariati assunti per un periodo limitato non superiore ai tre mesi, i quali hanno tuttavia la possibilità di assicurarsi volontariamente per una previdenza minima.
    Terzo pilastro: previdenza privata
    Le persone con attività lucrativa possono stipulare un’assicurazione di previdenza individuale (pilastro 3a), deducibile dalle imposte, su base volontaria. Per ulteriori informazioni in merito al terzo pilastro vedasi “Il pilastro 3a, – la previdenza privata per la vecchiaia”.

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