Nizza: un anno, l’oblio

E’ trascorso un anno dalla strage di Nizza e, tragedia nella tragedia, è calato l’oblio sul fatto e, soprattutto sulle vittime.

Quanti attentati hanno scosso l’Europa negli ultimi anni, qualcuno ha notizia di iniziative a sostegno delle vittime innocenti ?

Gli stati, specie nell’imminenza dei fatti, adottano misure visibili e tangibili per la prevenzione, oltre ad altre che certamente vengono assunte e rimangono giustamente nell’ombra, e l’effetto di queste misure si ripercuote, in ultima analisi, sulla libertà di circolazione e riunione della gente comune, che sopporta silenziosamente e, nel frattempo cova una paura intima ogni qual volta si trova in mezzo alla folla, proprio l’effetto voluto dai terroristi.

Chi di voi non ha nutrito timori per il mega concerto di Vasco Rossi ?

Però accade che le luci si spengono e la gente, piano piano, dignitosamente, torna alla propria vita ed abitudini, i contorni dell’accaduto si attenuano, evaporano nella nebbia della dimenticanza, e le vittime vengono lasciate al loro destino di sofferenza e lacerazione.

Questo non deve accadere, è profondamente ingiusto ed incivile.

Si deve prevedere, a livello europeo, sperando che per una volta un’esigenza comune conduca l’Ue, e/o comunque il consesso degli stati, l’adozione di misure concrete di sostegno delle vittime, in tutte le forme possibili, ed a seconda delle esigenze.

Ma soprattutto, Evoluzione Necessaria pone sul tavolo un tema spinoso che, tuttavia, ritengo debba affrontarsi.

In un giorno qualsiasi le news online ci informano di un attentato, gli smartphone impazziscono, cominciano le dirette, si cerca di capire quanto accaduto, emergono i primi dati sulle vittime e scatta la caccia ai responsabili, il tutto per una copertura mediatica di quattro-cinque giorni, massimo una settimana.

Poi, come detto, scende il silenzio e la gente dimentica.

La gente dimentica anche perchè i media non passano le immagini vere, certo cruente, di quanto accaduto. Invece far vedere il sangue ed i pezzi di corpi dilaniati, e i feriti urlanti e i morti sarebbe giusto e doveroso, perchè questo è ciò che accade. Le esigenze di continenza della cronaca, in questo caso, ritengo che debbano cedere il passo ad una comunicazione di verità, ovviamente nelle fasce orarie adatte.

A Nizza un camion guidato da un fanatico ha travolto e fatto letteralmente a pezzi gente ignara ed innocente, non è un fumetto, è la tragica realtà, e, a distanza di un anno, far vedere le reali immagini della strage ritengo sarebbe giusto, perchè la gente tocchi realmente con mano, non a parole, la portata di questi gesti. 

La strategia della dimenticanza, della normalizzazione di quanto accade, porta l’immaginario collettivo a far divenire normali, facenti parte del quotidiano, gesti che di normale e civile nulla hanno. 

Conoscere l’altro, l’avversario, ciò che fa, è doveroso, in assenza saremo sempre non pronti, e, soprattutto proni.

 

 

 

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