PRINCIPI ISPIRATORI DEL PROGRAMMA DI RIFORME E MODIFICA DEL SISTEMA COSTITUZIONALE


  • si riparte da un progetto di risistemazione dell’equilibrio dei poteri nel senso esplicito, dichiarato e chiaro, di:
  1. rafforzamento dell’esecutivo;
  2. trasformazione del potere legislativo in un sistema maggiormente agile, rapido e reattivo e capace di integrare le linee programmatiche espresse dall’esecutivo, senza sbavature, ripensamenti e/o interposizione di ostacolo alcuno;
  3. rafforzamento dell’efficacia e della capacità di vincolo, da ambo i lati, del mandato intercorrente tra la popolazione, i rappresentanti eletti e, mediatamente, l’esecutivo.
  4. rimodulazione del potere giudiziario entro il suo alveo naturale;
  • detto risultato deve raggiungersi attraverso un ripensamento del valore insindacabile e congente da attribuirsi al voto;
  • esso deve essere legislativamente inteso come strumento primigeneo, insindacabile e strutturante il sistema, e ciò mediante la previsione di un vincolo massimo, fortissimo ed invincibile di mandato, sia per quanto attiene al parlamentare, sia per quanto attiene all’esecutivo;
  • il voto, semplicemente, deve essere inteso, valutato e considerato un affidamento a priori di un incarico conferito all’eletto, espresso, ovviamente, al momento della presentazione delle liste all’elettorato, anch’esse vincolate quanto a mandato in punto esecutivo prospettato, e questo meccanismo, che deve assurgere a principio fondante il sistema, deve considerarsi celebrato indissolubilmente ed irrevocabilmente con il voto.
  • il giudizio sull’operato dei rappresentanti eletto e dell’esecutivo prescelto mediante il voto avverrà poi nella successiva mandata elettorale (mandato vincolante a priori e analisi dell’operato a posteriori) ;
  • assunzione del principio della necessaria e diretta equazione: potere – responsabilità, asse e principio che in Italia non esiste più, e successivo controllo dell’elettorato a posteriori, con riguardo all’esecuzione del mandato conferito.
  • completa abolizione del senato;
  • riduzione effettiva e reale del numero dei ministeri con pedissequo accorpamento di funzioni in una sorta di mega ministeri;
  • riduzione del numero dei collegi, che saranno uninominali e dimezzati, ossia meno dei 300 – 350 attuali;
  • sistema elettorale semplificato di natura maggioritaria (winner takes all), con indicazione, nella presentazione, delle componenti della coalizione e delle leadership (codesti aspetti non potranno essere mutati nel corso della legislatura);
  • clausola di sbarramento al 5%;
  • premio di maggioranza secco automatico e risolutivo: la coalizione che prende la maggioranza relativa dei seggi ottiene il 65 % dei parlamentari;
  • creazione di un meccanismo principio che renda estremamente difficile il cambio di governo acciocché al governo eletto sia garantito di poter governare per il periodo del mandato, sii che, successivamente i cittadini possano giudicare l’operato del medesimo e scegliere se confermarlo o cambiare; in detto modo il cambio dell’esecutivo dovrà necessariamente costituire l’eccezione e non la regola come si e’ verificato troppo spesso sino ad ora;
  • introduzione di un meccanismo per il quale deve essere normalmente proibito che governi un esecutivo non eletto dal popolo, ed in ogni caso per un periodo massimo di sei mesi in ipotesi gravissime tassativamente previste (solo per ragioni di sicurezza nazionale sostanzialmente);
  • abolizione provincie, ed accorpamento reale dei comuni, con l’obbiettivo della loro diminuzione numerica, almeno della meta, accorpamento di Abruzzo e Molise;
  • adozione di un sistema costituzionale di natura eminentemente presidenziale, con rideterminazione ed importante ampliamento dei poteri attribuiti al presidente nella sua funzione di capo dell’esecutivo (tra i quali facoltà insindacabile di nomina e revoca dei ministri);
  • abolizione della figura dei sottosegretari, sostituiti nelle loro funzioni da funzionari ministeriali appositamente nominati, dall’esecutivo, a svolgere determinate funzioni;
  • riproposizione del medesimo sistema per i presidenti di regione e per il sindaco (sia per la votazione che per il funzionamento dell’organo);
  • ripartizione rigida (ed indi semplificazione) della ripartizione delle competenze tra stato, regioni e comuni, e ciò per quanto attiene alla normativa ed alla gerarchia delle fonti;
  • introduzione del generale principio, che deve assurgere a principio costituzionale, della necessaria semplicità: detto principio dovrà considerarsi valevole in tutti i settori dell’operato dell’apparato statale a modo e maniera di clausola di salvaguardia dei diritti dei cittadini, ed indi a livello sia interpretativo, sia a livello funzionale-esecutivo;
  • adozione di un vasto e diffuso meccanismo di semplificazione legislativa ed abrogazione di svariate norme, enti e strutture;
  • detta modalità operativa necessariamente comporterà l’espandersi del potere interpretativo degli organi deputati alle svariate funzioni e detta facoltà interpretativa e, conseguentemente, decisionale, dovrà esercitarsi mercé l’operato del principio della necessaria semplificazione (il retro pensiero su codesta nuova modalità risiede nella constatazione secondo la quale il modello prescelto ed attuato della capillare legiferazione è fallito, ha ingessato il sistema e la sua operatività, bloccandolo nella sostanza;
  • l’adozione di codesto nuovo modello comporterà le attribuzioni di maggiori poteri decisionali ai vari organi e funzionari che dovranno servirsene ed esplicarli sulla base del nuovo principio della responsabilità etica, politica e giuridica della scelta che, per ulteriore principio, non potrà essere lesiva dei diritti dei cittadini (con eventuale controllo successivo e giudiziario secondo un procedimento agile e rapido).
  • creazione di un organismo consultivo (molto agile nella struttura: un operaio, un farmacista, un avvocato, un commerciante, un insegnate, un dipendente pubblico ecc. ecc.) facente parte dell’esecutivo, che risponderebbe direttamente al Premier composto dai componenti delle categorie tratti dalla base della popolazione; il principio deve essere che non servono dei geni-scienziati, ma gente che abbia provato sulla proprio pelle il funzionamento dello stato nelle sue varie articolazioni; le funzioni di detto organismo dovranno essere di individuazione delle problematiche di maggior rilievo, quelle connotate da un evidente assenza di buon senso, e indicazione delle soluzioni semplici e facili da adottare con delega di individuazione delle soluzioni articolate ai tecnici ministeriali. questo organismo si chiamerà camera consultiva, e risponderà direttamente e solo al capo dell’esecutivo;
  • creazione di una scuola di formazione universitaria, di natura pubblica, avente ad oggetto l’apprendimento del funzionamento dello stato e dell’esercizio della funzione politica. previsione che, per determinate funzioni politiche l’ottenimento della ridetta laurea sia considerato facilitativo ed in ogni caso la regola, salvo casi particolari;
  • potenziamento del tulps, ed in generale delle funzioni di pubblica sicurezza, le cui funzioni debbono essere affidate ai prefetti, ai quale sarà affidata una funzione di primo controllo dell’ordine pubblico e della sicurezza con la previsione di pene pecuniarie in ipotesi di violazioni, ove solo in ipotesi di reiterazione di dette condotte, le pene diverrebbero fattive e specificatamente correlate alle violazioni;