A Milano, sta nascendo il primo Partito Islamico Italiano.

Chiariamo: nella nostra Repubblica, ai sensi dell’art.49 della Costituzione, fondare un partito per determinare la politica nazionale è un diritto legittimo e sacrosanto.

Ad avviso di Evoluzione Necessaria il problema e la preocupazione che questa notizia solleva deriva da due aspetti.

Il primo di legittimità verte sui valori ai quali il costituendo partito si richiamerà. In tal senso il controllo sui medesimi dovrà essere particolarmente rigoroso siccome eventuali valori non omogenei con il nostro sistema giuridico dovranno, necessariamente, decretarne l’illegittimità.

Sul punto pare che il motto del nascendo partito sarà “Una comunità, una fede, una voce“ e che il sistema geopolitico di riferimento sia la Turchia, ove, per dichiarazione espressa del fondatore, tale Davide Piccardo, c’è una “legalità, ringhiosa quanto volete ma comunque una legalità democratica e repubblicana”. Ma noi non siamo la Turchia, non abbiamo il Topkapi ma il Vaticano.

Se a ciò aggiungiamo il presentando piano di integrazione ed accoglienza, annunciato dal Governo, e la proposta di legge sullo ius soli, che si somma al lassismo sugli ingressi dei migranti il panorama diviene desolante, e lascio a voi i commenti.

Credo che sia quantomeno opportuno, data la fuoriuscita del fondatore dall’Ucoi, e la sua presa di distanza dalla ridetta, che sul punto si apra, quantomeno, un serio dibattito ed analisi, in seno alle istituzioni, nonché nella società civile. 

Teniamo presente che, già oggi, i possibili elettori di detto partito sul suolo patrio ammonterebbero a due milioni di persone, non proprio un numero irrilevante.

Intendiamo veramente aggiungerci i neo cittadini per l’effetto dello ius soli, che badate rischia di divenire il vero grimaldello per scardinare l’equilibrio della nostra società?

Il secondo è di natura storica e sostanzialmente di riflessione. Siamo sicuri che la politica di accoglienza e tolleranza sin qui adottata sia stata proficua, che effetti ha portato con se? 

Mi vengono in mente gli scritti della Fallaci, Eurasia si avvera.

E la condizione della donna? Vogliamo e consentiremo che una diversa visione della società  azzeri tutti i diritti da loro faticosamente conquistati?

Cari evoluzionisti, e care evoluzioniste, 

almeno pensiamoci, altrimenti saremo colpevoli, per inerzia e disinteresse, di aver perduto la nostra identità.