Preti pedofili

Sono ormai alcuni anni, direi una decina, che, a cadenza di qualche mese, giunge agli onori della cronaca un qualche scandalo di pedofilia che coinvolge preti,  ecclesiastici, e persino porporati, in ogni angolo del pianeta.

Negli scandali che hanno coinvolto gli Stati Uniti sono altresì stati resi pubblici i numeri, assai rilevanti, dei risarcimenti pagati dal Vaticano a migliaia di famiglie americane, sin dagli anni 80, facendo emergere, così come in Irlanda, i numeri inquietanti del fenomeno.

Si tratta in realtà di una piaga che affligge la Chiesa da sempre e nella storia se ne trova ampia traccia.

La stampa ne da grande risalto approfondendo i particolari dell’abominio, e, specie l’ultimo Papato si profonde in scuse e mea culpa, risarcisce, a volte, ma non interviene in maniera risolutiva per risolvere la problematica, e soprattutto tace dei molti casi insabbiati in vari modi, e, sempre, difende i suoi membri macchiatisi di tali gravissimi reati.

Un prete condannato per pedofilia raramente finisce in carcere. Di solito, viene allontanato dal ministero che ricopre, finisce in una qualche prelatura sperduta di un altro continente e sparisce nell’oblio.

Perchè il Papa non fa una messa a San Pietro e durante la stessa non ordina a detti ecclesiastici, chiamandoli uno a uno, per nome, di togliersi la veste che indegnamente indossano e che hanno infangato, di togliersela, consegnandoli alle autorità statali perchè subiscano il giusto giudizio ?

Questo sarebbe un gesto che riconcilierebbe la Chiesa con la gente.

In generale la domanda che Evoluzione Necessaria vuole porre è la seguente : non sarà che nel dilagare della pedofilia tra preti ed ecclesiastici c’entra qualcosa il celibato ?

Crediamo che siamo una domanda da porsi.

 

 

Un pensiero riguardo “Preti pedofili

  1. Ho recentemente “scoperto” che secondo il codice del diritto canonico, i chierici, quelli che comunemente chiamiamo preti, hanno l’obbligo al celibato, si obbligano alla “continenza”, ma non fanno voto di castità come ad esempio i monaci.
    Nel capitolo III sugli obblighi e diritti dei chierici, al Can.277, paragrafo 2, si legge:
    “I chierici si comportino con la dovuta prudenza nei rapporti con persone la cui familiarità può mettere in pericolo l’obbligo della continenza oppure suscitare lo scandalo dei fedeli.” E, al paragrafo 3:
    “Spetta al Vescovo diocesano stabilire norme più precise su questa materia e giudicare sull’osservanza di questo obbligo nei casi particolari.”
    Vi invito a pensare a quanto questi articoli lascino libera interpretazione sia del fatto che del giudizio.
    L’invito alla prudenza nella gestione dei “rapporti con persone la cui familiarità può mettere in pericolo l’obbligo della continenza” è un manifesto schermo di indulgenza, piuttosto che un severo monito, come forse la stessa comunità fedele si aspetterebbe.
    Non meno suscettibile di scandalizzare i fedeli è il fatto che i chierici abbiano totale libertà nel gestire i denari devoluti alla parrocchia in forma di beneficienza di ogni tipo.
    Benché sia consigliato astenersi da tutto ciò che possa ritenersi vanitoso, i preti ricevono una “adeguata rimunerazione” e conservano forte indipendenza nell’amministrare il denaro parrocchiale. Badate che essi non fanno voto di povertà. In sostanza, cosa che in qualche caso si verifica, un prete può essere un imprenditore, senza che il proprio arricchimento sia in conflitto con i propri ministeri.
    “Ai chierici, in quanto si dedicano al ministero ecclesiastico, spetta una rimunerazione adeguata alla loro condizione, tenendo presente sia la natura dell’ufficio, sia circostanze di luogo e di tempo, perché con essa possano provvedere alle necessità della propria vita e alla giusta retribuzione di chi è al loro servizio.”
    Questo punto si ricollega o può ricollegarsi al precedente, risultando di fatto possibile che un chierico elargisca regalìe (fallendo solo nella promessa di “tendere alla santità”) per esaudire le proprie pulsioni fisiche.
    E allora, aggiungo, non sarà che nel dilagare della pedofilia tra preti ed ecclesiastici si sia lasciata troppo aperta la porta dell’impunità?

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