La sanità è stata il principale bersaglio della quadratura dei conti pubblici.

La spesa per la sanità è stata continuamente tagliata negli ultimi anni e l’Europa continua a chiedere tagli e riduzioni di spesa.

Le ricette dell’austerità hanno già abbondantemente dimostrato effetti negativi sulla salute e sulla qualità della vita delle persone, mentre la verità, percepita da tutti i cittadini, è che la sanità non può sopportare ulteriori tagli, pena lo spostamento a carico delle tasche dei cittadini di prestazioni ora erogate a carico della fiscalità generale (fatto che in molti casi sta già avvenendo).

Ulteriori tagli affosserebbero il sistema, toglierebbero le poche tutele rimaste e costringerebbero i cittadini a ricorrere al mercato privato, e ciò pare essere il vero obbiettivo delle politiche adottate.

Se è vero che i conti della sanità pubblica sono insostenibili per il bilancio dello Stato è su questo punto che bisogna intervenire, ed in tal senso il programma indica le riforme da adottare.

Nel frattempo il reale problema non è la sostenibilità della spesa sanitaria ma la sopravvivenza della sanità pubblica, che deve essere garantita.

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