E’ questo ciò che vuoi?

 


 

Noi parliamo tanto della povertà, perché è un problema reale, tangibile, che ci avvolge. È un problema che ci riguarda da vicinissimo. L’Italia sta soffrendo e molti, sempre di più, sono scivolati nella povertà.

È stato un processo lento. Con oculatezza sono riusciti a mascherare tutto ciò che quotidianamente ci sottraggono. Giorno dopo giorno, mese dopo mese, anno dopo anno. A poco a poco si è cominciato a tagliare, a fare a meno di qualcosa, fino a soffrire per l’assenza di beni indispensabili.

La povertà si respira nei supermercati, nelle scuole, nei posti di lavoro, nelle strade.

Lo so, non è bello fare questo tipo di letture. È più bello leggere notizie di sport, di moda, spettacolo. A chi piace riempirsi il cuore di amarezza e gli occhi di lacrime? A nessuno.

Eppure, tante persone accanto a noi vivono in prima persona la povertà. Ma attenzione: non è più come una volta! Una volta i poveri erano quelle persone che facevano lavori molto umili, che non avevano istruzione adeguata. Oggi no! I poveri di oggi sono persone istruite, che come minimo hanno il diploma di scuola superiore, spesso sono laureati. Sono geometri, architetti, avvocati, contabili o altro. Sono persone che hanno perso il lavoro, perché leggi rigide impongono costi troppo alti per le aziende e talvolta non hanno scelta, sono persone in cassa integrazione perché le aziende vanno in crisi, perché il denaro circola meno. Sono persone che lavorano con retribuzioni inadeguate al carovita. Sono giovani, sono pensionati, sono padri separati.

Non sono alieni, non sono brutte persone. Sono persone con una dignità, che per l’inadeguatezza di qualcuno, si ritrovano a piangere difficoltà che tutti noi temiamo. Tutti abbiamo paura della povertà, ma allora perché non facciamo niente? Perché non siamo al fianco dei nostri fratelli, perché non cerchiamo di cambiare le cose?

Io non voglio credere che siamo diventati un popolo cinico. Forse siamo solo disorientati. Allora dobbiamo reagire, parlare, farci sentire con forza, fermezza, CORAGGIO, per ridare dignità a chi l’ha perduta senza averne colpe. Per ridare un futuro all’Italia, a tutti noi.

Ci stiamo lasciando guidare da chi non è in grado e ci sta portando alla rovina.

Forza amici! Non cediamo, torniamo ad essere quel popolo per cui i nostri nonni si sono battuti e sono andati incontro alla morte!

Riprendiamoci la sovranità che ci spetta e piano piano con lavoro e tenacia ci riprenderemo. Nessun italiano deve patire la fame nel suo Paese!

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