Battisti, brigatisti e neri: vale per loro la legge?

Battisti è divenuto il simbolo dei brigatisti fuggiti all’estero, ma i cinquantenni ne ricorderanno tanti altri, più di cinquanta, tra i quali i più noti sono Giorgio Pietrostefani, condannato all’ergastolo per l’omicidio Calabresi, i brigatisti Marina Petrella e Maria Cappello ed i componenti del massacro di Via Fani, Enrico Villimburgo e Alvaro Lojacono e Alessio Casimirri!

Il problema è che i giovani non lo sanno, non ricordano e nessuno racconta loro queste cose.

Sono persone che hanno ucciso selvaggiamente e che sono state condannate a pene lunghissime, sovente all’ergastolo e che l’hanno fatta franca scappando all’estero, spesso godendo di appoggi vari a livello politico e tra gli intellettuali, al grido “Compagni che sbagliano“, ma vale anche per i “neri”.

Ho qualche dubbio che Battisti sarà estradato, ma se succederà sarà solo perchè il Brasile si è stufato, non certo per la pervicace azione di giustizia delle nostre istituzioni e questo è uno scandalo.

Nessuno parla delle vittime di queste belve, abbandonate al loro dolore ed alla loro solitudine, ma la cosa più grave è che codesti infami figuri siano stati, per un lungo periodo, beatificati e si sentono dei semidei, come Battisti che si fa fotografare mentre, all’aeroporto, brinda con un boccale di birra alla scarcerazione.

Questi terroristi hanno segnato due decenni della nostra storia ed è ora di metterli in galera, perchè dobbiamo smetterla di svendere il nostro Paese e l’italianità, dobbiamo riappropriarci della nostra identità e riconquistare dignità ed orgoglio.

Dobbiamo guardarci indietro e comprendere, tra l’altro, che la loro supposta linea d’azione politica, trascendendo per un momento dalla violenza, si è rivelata un completo fallimento.

Non hanno neppure saputo fare la rivoluzione, hanno solo sparato, ucciso e terrorizzato un’intera nazione per un ventennio, poi sono stati vili e codardi e sono scappati all’estero non affrontando le conseguenze delle loro azioni.

Ed infine, cosa più urgente, che lo Stato aiuti veramente le vittime, non a parole, ma con i fatti, che tradotto significa soldi, riconoscimenti, appoggi e lavoro, un’aiuto doveroso, sentito, fattivo, a mò di riconoscimento per quanto fatto dai loro congiunti falciati da una barbaria senza senso, condotta da gente codarda!

 

 

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