Uomo-macchine

Le macchine dominano la nostra vita, spadroneggiano, ci incanalano in percorsi prestabiliti, annientano la creatività e le specifiche soggettive.

Le macchine ci vedono, ci controllano, sanno tutto di noi e prevedono le nostre mosse e desideri, hanno invaso la nostra vita in ogni aspetto, dal lavoro alla vita privata, eppure, e non è una banalità, vent’anni fa si viveva ugualmente, si lavorava, ci si incontrava, si parlava e ci si amava.

Il linguaggio si è modificato, ha perduto le sfumature, i rapporti umani si sono praticamente automatizzati.

Consci che questo è il futuro, che non si può e non si vuole nè denegare nè tanto meno stoppare, alle soglie dell’epoca dell’intelligenza artificiale, riteniamo che un serio dibattito sulla centralità dell’uomo e sulla preminenza del rapporto diretto tra gli individui, sia necessario, anche al fine di prevenire ulteriori scivolamenti verso la spersonalizzazione delle persone.

In tal senso un’analisi critica del rapporto uomo-macchine, tema sconosciuto ai media, appare imprescindibile, specie in considerazione del fatto che le macchine non hanno una coscienza e neppure il libero arbitrio.

 

 

 

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