Considerazioni sulla possibile uscita dall’Euro

Alcuni dati per stimolare le riflessioni:

– Nel 1999, al momento dell’ingresso nell’Euro, il reddito pro-capite degli italiani era il 96% di quello tedesco, nel 2015, dopo 16 anni di Euro, esso è sceso al 76% di quello tedesco;

– La quota di Pil mondiale dell’Eurozona era nel 1999 del 22%, mentre nel 2015 era scesa al 17%;

– Prima dell’Euro stavamo meglio: dal 1945 al 1980 l’Italia è stato il primo paese al mondo per tasso di crescita, dal 1980 al 1990 era il secondo dietro la Germania.

– Si potrebbe uscire dall’euro senza uscire dall’Ue: dal 1945 ad oggi oltre settanta paesi sono usciti da unione monetarie senza che si verificassero disastri economici;

– I paesi appartenenti all’Unione, ma non all’Euro, hanno perso, dall’introduzione della moneta unica, un terzo dei posti di lavoro perduti dai paesi che hanno aderito alla moneta unica;

L’Unione, che non è affatto democratica, non si è rivelata un progetto nell’interesse di tutti gli stati aderenti.

I tedeschi volevano, sin dall’inizio, l’Italia nell’Euro perché temevano le nostre esportazioni deprezzate, mentre a loro conviene l’Euro per tutelare l’ esportazione dei loro prodotti, impossibili da acquistare dagli europei non tedeschi se non vi fosse la moneta unica, perché troppo cari.

Oggi i paesi dell’area Euro, impossibilitati a battere moneta, sono costretti, per recuperare competitività, a contenere i costi e a tagliare i salari, ma questa via è devastante perché crea disoccupazione e disagio sociale (quello che è accaduto in Italia).

Inoltre la prospettiva di rilanciare la palla, salva la volontà in tal senso che pare dubbia, creando gli Stati Uniti d’Europa non funziona, per rendersene conto basti pensare alle profonde differenze con gli Stati Uniti d’America che hanno una lingua comune ed un’unica economia.

I paesi non appartenenti all’Unione, ma vicini ad essa, stipulano vantaggiosi accordi commerciali con la stessa, come sta cercando di fare l’Inghilterra a seguito della Brexit.

Gli inglesi stanno contrattando il tasso di conversione e contano di governare il tasso di cambio riappropriandosi di un’autonoma politica monetaria e di giovarsi delle accresciute esportazioni per effetto di una prevedibile svalutazione.

La stessa cosa potrebbe fare anche l’Italia, per la quale, nei fatti l’euro si è dimostrata una moneta troppo forte in relazione alla sua economia.

Il vero problema attuale dell’Italia è che dal 2008 al 2015 il suo Pil si è ridotto di un quarto, per cui, l’unica via possibile per uscire da questa crisi è puntare, senza indecisioni, sullo sviluppo, il vero Santo Graal che può salvarci ed il Programma di Evoluzione Necessaria è proprio teso a ciò, mentre i fatti dimostrano che l’austerity non ha pagato.

Abbiamo una grande opportunità che ci consente di studiare tutte le possibili soluzioni: la Brexit. Se saremo in grado di comprendere appieno quello che succederà all’Inghilterra, pur con le debite proporzioni, avremo validi strumenti per approfondire le nostre opzioni e scegliere saggiamente.

 

 

 

Un pensiero riguardo “Considerazioni sulla possibile uscita dall’Euro

  1. In realtà una seconda scelta esiste. Esiste eccome solo che nessuno dei “potenti” la vuole solo prendere in considerazione perché oramai schiavi svenduti al potere tedesco.
    LA strada da seguire dopo ovviamente i necessari dialoghi ed accordi potrebbe essere quella di fare una UE diversa. Ovvero una nuova UE. Poi se volete la chiamerete con i nomi che più vi aggradano ma al momento io la definisco così.
    Questa nuova UE con nuove regole (più giuste ed imparziali) ed una nuova moneta non è ben vista dalla Germania perché va a ledere il suo potere sia politico che commerciale (e quindi economico inteso nel senso puro di monetario).
    Ritengo che questa nuova “Unione di Stati d’Europa” dovrebbe essere formata dagli stati che si affacciano sul mediterraneo e che da soli (in unione tra di loro) sono ben più forti e saldi del resto degli stati europei. Come d’altronde la storia in millenni ha già ampiamente dimostrato per cui mi privo del piacere di assillarvi con tutte le relative motivazioni. Basta aprire dei libri e le si trovano tranquillamente.
    Quali dovrebbero essere questi stati? Portogallo, Spagna, Francia, Italia, Croazia, Grecia.
    Ora immagino sarete nel panico e dato che non voglio infastidirvi con una miriade di dati vi darò soltanto (gli altri sono facilmente reperibili in rete o in biblioteche) quelli relativi all’Italia.
    Qui di seguito riportata la tabella relativa alle aziende biologiche italiane prima della Unione Europea:
    (immagine)
    La tabella sopra riportata evidenzia come il territorio fosse utilizzato prima dell’avvento della Unione di Germania (UE) che poi successivamente ha portato con leggi, regolamenti e balzelli vari tutti pro Unione di Germania a costringere a mutare o privare altri stati (io osservo l’Italia) da ciò che prima era, e da “come” prima era. Con che metodo? Semplice! Qualcuno ha deciso (sempre gli stessi) che l’Italia deve schiacciare e gettare al macero le arance, le melanzane, l’olio di oliva, i cetrioli etc. Al contempo dopo che getta via le sue deve comprarle da altri stati e non entro nel discorso anticrittogamici e sicurezza alimentare.
    Tutto questo a cosa ha portato?
    (immagine)
    Ecco a cosa ha portato! Fino al 2001 un continuo aumento della produzione sia come quantità che come territorio che come operatori. Dopo il territorio che oramai vi era è rimasto uguale ma gli operatori sono scesi in maniera netta. So che sono solo numeri ma amo ricordare che quei numeri corrispondono a decine di migliaia e molto di più di famiglie che vivevano con quella professione e che oggi sono i nuovi poveri!!!
    Veramente potrei andare avanti all’infinito con tabelle(riguardanti tutti gli altri settori dell’economia), dati e numeri ma il concetto non cambia.
    Fino che resteremo schiavi della Germania nulla potrà cambiare. Solo se ci riprenderemo la nostra libertà con magari nuovi compagni di viaggio riusciremo a fare comprendere alla Germania che il “granaio” d’Europa è ancora, come è sempre stato, composto dai paesi che si affacciano sul mediterraneo e non dagli altri. Loro lo hanno capito e a ruota stanno uccidendo proprio questi paesi. E come vedete dalla Grecia e dal Portogallo che annaspa di brutto (e la Spagna nella realtà non sta affatto meglio basta andare da loro e parlare con il popolo) ci stanno riuscendo bene con la complicità di chi voi ben sapete…

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