Giulio Regeni

Il Ministero degli Esteri italiano ha deciso di far tornare al Cairo l’ambasciatore richiamato in Italia dopo i fatti dell’8 aprile 2016, ossia ha, di fatto, dichiarato che i rapporti Italo-egiziani si sono normalizzati e che non vi è alcun motivo di protestare da parte italica.

Tradotto: l’Italia considera che le autorità egiziane abbiano fatto tutto quanto previsto e dovuto in ipotesi consimili.

Ma tutti sanno che non è affatto così.

Addirittura adesso emerge, da un articolo comparso sul New York Times, che i servizi americani dell’amministrazione Obama comunicarono all’allora Governo Renzi di “aver trovato prove incontrovertibili sulla responsabilità di funzionari egiziani” ed ancora che “non era chiaro chi avesse dato l’ordine di rapire e presumibilmente uccidere, ma risulta certo che la leadership egiziana era totalmente consapevole delle circostanze della morte di Regeni, questa vicenda era conosciuta ai massimi livelli”.

Emerge quindi chiaramente che:

– le comunicazioni ai media dell’allora Governo Renzi non sono state né trasparenti né veritiere, siccome il Governo italiano sosteneva che non vi fossero elementi per sostenere le responsabilità delle istituzioni egiziane;

– l’Italia non seppe imporre l’accertamento delle responsabilità ed il rinvenimento dei responsabili agli egiziani;

– la famiglia Regeni viene letteralmente presa in giro, ora ed in oggi, persino con la telefonata di pochi giorni orsono del premier alla famiglia;

– siamo proni e subalterni persino rispetto all’Egitto;

La morale è, cari italiani, che se vi recate all’estero con le Ong o le associazioni di cooperazione, sarete completamente soli, il nostro paese non è in grado di difendere e far rispettare la propria gente, gli esempi sono molteplici.

La famiglia Regeni non avrà giustizia, di certo non avrà il sostegno del Governo italiano, che, nei fatti, non può permettersi uno scontro diplomatico con l’Egitto e neppure con il mezzo governo libico.

Tristezza e debolezza italica!

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