Tristezze italiane

Questo è il paese dove ormai la gente è talmente disperata da compiere gesti inqualificabili, come gli ausiliari dei Vigili del Fuoco, un’intera squadra di 15 operatori, che appiccavano volontariamente gli incendi, per prendere i 10 euro l’ora di indennità.

Questo è il paese dove si suicidano tre imprenditori alla settimana, spesso portando con se i famigliari, perché la disperazione che li assale, mista a vergogna, non lascia loro scampo, nel totale silenzio dello Stato.

Questo è il paese dove gli immigrati fanno e disfano quello che vogliono, aggrediscono i poliziotti, ottengono benefici negati ai nostri compatrioti, che, infatti, cominciano ad incazzarsi.

Questo è il paese dove i giovani sono alienati ed i vecchi devono emigrare, nel quale conta la raccomandazione, mentre il merito quasi da fastidio.

Questo è il paese dove il voto della gente non conta nulla, gli eletti scomodi vanno abbattuti, dove il lavoro non c’è, e se c’è è sottopagato, dove le pensione, se la prendi, è da fame, dove le tasse ti stroncano e ti costringono a vendere la casa dei nonni, dove le banche spremono la gente, facendoti pagare 3 euro per un bonifico, per poi far perdere i risparmi a decine di migliaia di faticose formichine italiane, dopo che gli hanno venduto all’asta la casa.

Questo è un Paese che non riconosco più, dove quello che conta non mi piace, e quello che mi piace non vale nulla.

Alla fine o si riesce a cambiare, tutti insieme, oppure addio Italia, perché tanto l’Italia che è dentro i nostri cuori è solo un’immagine sbiadita non corrispondente alla realtà, beffarda, dolorosa e umiliante.

La cosa più triste è che siamo diventati un popolo di perdenti.

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