Daniele Contucci, un poliziotto che ha lavorato tra i migranti rivela “la scabbia, la tubercolosi e chi ci guadagna davvero”.

Oggi ha 46 anni, si è ammalato stando a contatto con i migranti, è stato dapprima emarginato per le sue denunce di irregolarità, malversazioni e situazioni criminali, posto in servizio in ufficio, poi, mollato anche dal sindacato di polizia, gli è sovvenuto uno stato depressivo grave ed è ricoverato in un ospedale militare.

Un poliziotto scomodo insomma al quale non è rimasta altra via che scrivere un libro perché le voci fuori dal coro, nella nostra Italia, vengono messe a tacere.

Racconta della creazione di una task force, Unità di Intervento Rapido (Uri), prontamente chiusa perché troppo reattiva e benpensante.

Ci illustra del costo giornaliero, a carico della collettività, per ogni migrante, pari ad € 35, del sovraffollamento del Centro di Cara di Mineo, con ben 4.000 ospiti, delle collusioni con le mafie, dei salvataggi ufficiali delle ONG e di quelli ufficiosi, quasi sulle spiagge libiche, e, soprattutto, di un tema del quale nessuno parla.

Egli è stato testimone diretto della presenza, tra i migranti sbarcati ad Augusta, di ammalati di scabbia e tubercolosi.

E i media perché non danno queste notizie ? perché sono omologati e schiavi del potere, ed il giornalismo d’inchiesta è letteralmente scomparso.

La verità è che i Migranti costano oltre 5 miliardi all’anno alla collettività, che tra di essi approdano portatori di malattie scomparse in Europa da oltre un secolo, e che, sempre nelle loro fila si nascondono personaggi quantomeno pericolosi, per non dire criminali, che le mafie ci guadagnano, e forse, a sentire le Procure siciliane, anche alcune ONG.

Un poliziotto denuncia tutto questo e viene messo all’angolo: questo ciò che accade.

Povera Italia, e poveretti noi italiani.

Ma il Governo dice che li vuole, che ci servono, che dobbiamo accoglierli, nutrirli, dar loro un lavoro, istruzione, sanità e financo la cittadinanza, e se non la pensate così siete razzisti portatori di odio.