Povia

Un cantautore scrive il testo di una canzone, Immigrazia, dallo stile rock, il cui tema parla dell’immigrazione, dei migranti e dello stato della nostra gente.

I concetti sono forti ma assolutamente riproducenti il comune sentire del popolo italico: “immigrazia è una follia, voluta da chi vuole che tu vada via, che per mandare avanti il Pil vogliono i nuovi schivi qui, gli immigrati di domani saranno i nuovi italiani, c’è un disegno molto chiaro, il potere veterano, con la scusa del razzismo, vuol far fuori l’italiano…., l’italiano chiacchierone… devi stare solo zitto, e politically corretto”.

In questi pochi versi l’artista, che piaccia o meno, lui, la sua musica ed il suo pensiero, condensa il comune sentire dell’italiano medio (oggi i figli son molli perché siamo tutti molli…, un tempo i figli crescevano duri perché eravamo tutti duri…), con riguardo all’emergenza migranti e alla politica governativa italiana.

In buona sostanza si pone come antagonista rispetto al politically correct, ossia l’orientamento generale del Governo, dell’establishment, persino dell’Ue e dei potentati.

E qui Evoluzione Necessaria constata il degrado della nostra Italia, perché da un lato la denuncia sociale è demandata ad un artista, nel silenzio delle varie formazioni politiche e financo dela società organizzata, dall’altro la posizione assunta lo pone addirittura al di fuori dell’industria musicale, tant’è che egli ha dovuto rivolgersi a Facebook per la vendita dei suoi dischi.

Inesistente opposizione, media non incisivi, società silente, vince il politically correct, contro tutto e, soprattutto contro tutti noi.

Situazione insopportabile, persino lesiva della libertà di espressione, che si può comprimere anche in modi subdoli, ma, ribadisco, il popolo italiano si deve destare, pena il ricadere in correità a diverso titolo.

Un plauso al coraggio dell’uomo Povia.

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