Bossetti, ergastolo confermato in appello

Scrivo questo articolo da comune cittadino, non avendo letto le carte processuali, e, di tutta evidenza la mia analisi risentirà dell’esercizio quotidiano della mia professione.

Come già detto in altri casi le sentenze si devono rispettare. Sempre. Questo è il mio pensiero personale e anche quello di Evoluzione Necessaria.

Ciò non significa che non si possano commentare, ed anche legittimamente sottoporre a critica l’intera vicenda, sempre nel rispetto di tutte le parti coinvolte.

E infine, per far chiarezza, si deve dire che il potente desiderio di fare giustizia per la povera Yara e la sua famiglia, la commozione, la pietas e la partecipazione nazionale alla vicenda, non devono tramutarsi nell’imperativo categorico che un colpevole sia condannato, senza che non si siano tentate tutte le strade possibili.

Ebbene l’imputato è, con tutta verosimiglianza, stato condannato, in primo ed in secondo grado, in presenza di alcuni indizi di colpevolezza (furgone, celle telefoniche ecc..) che si sono uniti a quella che è stata considerata la vera e propria prova regina, ossia il famoso esame del DNA. Nel nostro sistema gli indizi, perchè facciano prova, debbono essere gravi precisi e concordanti.

Ma la vera domanda da porsi è la seguente: senza la prova del DNA gli indizi ridetti (ed ognuno di essi presenta dei profili di problematicità) avrebbero portato ad una condanna? Nutro dei dubbi.

E se il tema è questo allora diventa evidente che la valenza e validità del DNA trovato appare fondamentale ai fini della condanna.

Il DNA del caso in esame è assai particolare. Per semplificare diciamo che non è completo, che non si era mai assistito nella storia giudiziaria italiana ad un campione di DNA quale quello rinvenuto sugli slip della povera Yara.

Sul punto si sono scatenate perizie dei maggiori esperti in materia assai discordanti.

L’accusa sostiene che la prova sia valida ed utilizzabile e la difesa sottolinea tutte le criticità della stessa.

Posso anche comprendere l’analisi della Corte d’Appello di Brescia: sintetizzandola, ci sono diversi indizi di colpevolezza ed una prova del DNA assai dibattuta, ma, agli effetti, sugli slip di Yara vi era il DNA di Bossetti.

Ma attenzione, a Bossetti si è arrivati seguendo un percorso mai seguito (ignoto 1), all’esame del reperto non era presente la difesa dell’imputato (certo non vi era ancora e per cui non poteva esservi), e, per legge, questi accertamenti si fanno nel contraddittorio delle parti, e poi, infine, manca un pezzo di DNA, e ricordiamo che il reperto è stato esposto alle intemperie per un tempo prolungato, con il corpo abbandonato in un campo…..

Ora, data la situazione, mi chiedo, non in diritto, ma da uomo comune, ma non potevano disporre la rinnovazione degli esami, cioè rifarli, presenti le difese ed i rispettivi professori ed esperti?

In fondo si tratta di decidere ovviamente se l’assassino della povera Yara è il Bossetti, ma anche della vita di quest’ultimo è dei congiunti.

In fondo sarebbe stato di maggior garanzia rifarla, anche per Yara e la famiglia …

Si rifaceva la prova e poi se fosse emerso nuovamente che è il DNA di Bossetti, nessuno avrebbe più mosso critiche e sollevato dubbi o, perlomeno, si sarebbe potuto sostenere che tutto il possibile era stato fatto.

Invece operando in questo modo, pur probabilmente in maniera corretta in senso giuridico, nei fatti rimangono dei dubbi.

E rammentiamo che la Cassazione potrebbe ancora disporre che il processo sia rimandato in 2° grado perchè sia rifatto l’esame del DNA. Per cui si rischia di aspettare altri due anni per poi dover rifare comunque l’esame. Se così dovesse succedere si prolungherebbe inutilmente il calvario della famiglia Gambirasio e della famiglia Bossetti.La storia giudiziaria italiana insegna che la perizia rifiutata peserà in Cassazione e che l’imputato potrà validamente sostenere di non aver avuto la possibilità di difendersi.

In fondo in questo caso il sistema ha prodotto uno sforzo notevole, ed ammirevole, per rinvenire ignoto 1, compiendo un’indagine ai limiti delle possibilità investigative ed umane, ed allora fatto 30, perchè non fare 31 ?

Crediamo che la ricerca della verità debba essere perseguita con ogni mezzo, fugando ogni criticità e dubbio.

A parere di Evoluzione Necessaria non possiamo e dobbiamo lasciarci alle spalle dei dubbi in caso consimili.

Un pensiero riguardo “Bossetti, ergastolo confermato in appello

  1. Attenta analisi sulla quale, anch’io vedendo la da cittadino qualunque, concordo pienamente.
    Citando le parole dell’Andrea “per legge, questi accertamenti si fanno nel contraddittorio delle parti, e poi, infine, manca un pezzo di DNA, e ricordiamo che il reperto è stato esposto alle intemperie per un tempo prolungato, con il corpo abbandonato in un campo…..” il dubbio sorge spontaneo.
    E proprio perché vi è il dubbio non ritengo sia corretto trovare un colpevole per forza.
    Assolutamente più corretto sarebbe stato ripetere l’esame.

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