Analisi situazione attuale

Analisi:

Semplicisticamente il sistema, complessivamente parlando, non funziona, non è più in grado di far fronte alle problematiche che il mondo odierno propone ed impone.

La circostanza che più balza all’occhio del cittadino è l’immobilismo della classe dirigenziale, a prescindere dall’appartenenza politica, unitamente all’adozione di scelte che spesso l’uomo comune non comprende, lontane, aliene dal suo mondo, dalle sue tristezze e problematicità.

Il sistema non tutela né i cittadini né la libera intrapresa, ma anzi li colpisce ripetutamente, secondo modalità percepite in senso punitivo (voracità fiscale), e detta metodologia e percezione debbono essere radicalmente invertite, sicché si assuma, come centrale e fondante del sistema, una premialità del merito connessa ad una reale responsabilità, in primis etica-politica, e necessariamente penalistica, dell’esercizio del potere.

Assodato che i vincoli europei non consentono una libertà di spesa ed ingessano le politiche economiche nazionali per via della presenza di limiti e vincoli che la nazione fatica a rispettare, pena la paralisi, appare necessario rendersi conto ed adottare un’altra modalità che deve porre al centro dell’operato del governo la primaria esigenza di incremento e sostegno dello sviluppo, la crescita dell’economia reale, e, per l’effetto, del Pil.

Tutte le scelte di politica economica, e non solo, debbono assumere come faro ispiratore e ragion d’essere lo sviluppo, siccome esso rappresenta l’unica via percorribile, tralasciando l’imperante rigore ingessante, e siccome da esso promanano possibilità in oggi assenti nelle facoltà decisionali della politica. Le scelte politiche e di politica economica debbono essere intese alla creazione di un meccanismo virtuoso auto-alimentante. Chiaramente la focalizzazione sullo sviluppo, connessa alla necessità di agire con celerità e decisione, stante la complessiva situazione attuale, determineranno, in taluni casi, problematiche correlate inattese ed in oggi difficilmente individuabili, che, certamente, dovranno essere affrontate, ma il retropensiero è quello secondo il quale in un ciclo di sviluppo sano, e non drogato, connesso indi all’aumento ed alla proliferazione dell’intrapresa sana, solida e creativa di prodotti, in senso lato, le problematiche di aggiustamento e le emergenti modifiche in itinere possono essere affrontate di volta in volta.

Il principio operativo sotteso deve risiedere in una maggiore libertà d’azione, da un lato in capo all’esecutivo e agli apparati statali, ma ciò a fronte, dall’altro lato, e pariteticamente, di una maggiore libertà di intrapresa concessa al privato che deve e dovrà essere massimamente coadiuvato in detta attività da parte degli organi dello Stato (completo rovesciamento dell’ottica attuale nella quale il privato si muove negli stretti interstizi di una legislazione capillare ed avente effetto di bloccare qualsivoglia attività.…).

Tuttavia la libertà di azione, in senso lato, del cittadino non deve intendersi in assenza dello stato, il quale, semplicemente dovrà ricoprire e svolgere solo le funzioni che gli sono proprie. Codeste sacre funzioni e prerogative di uno Stato, capace, proficuo e calato nella realtà socio-economica del 2017, dovranno essere esercitate ma anche tutelate e preservate severamente da qualsivoglia ingerenza, promanante da singoli e/o gruppi e/o lobbies.

In generale l’adozione di codesto programma complessivo di riforme deve porsi degli obbiettivi ad un anno, a tre anni ed a cinque anni, il raggiungimento dei quali ci consentirà di rimanere entro il sistema europeo di vincoli e protezioni, ove, al contrario, il mancato raggiungimento degli stessi dovrà comportare un obbligatorio ripensamento critico dell’opportunità dei uscita dall’unione, salvo l’opportuno vaglio dello stato della stessa nel proseguo, stante ed alla luce, del procedimento di brexit in itinere, e salve le precipue differenze.

Il programma è pensato per indicare una ricetta, una via d’uscita generale per il sistema Italia, non è in alcun modo pensato per la tutela di qualsivoglia categoria e/o appartenenza, di qualsivoglia genere e/o natura. Il retropensiero politico appare neutro, essendo la ricetta prospettata focalizzata sulla soluzione dei problemi concreti.

La presente proposta muove dall’assunto e dalla volontà di promuovere nuove idee e metodologie, dal proposito di smuovere le silenti coscienze dei cittadini, proni ed abbattuti.

Ci muove la consapevolezza che sia ormai suonata, fors’anche da tempo, l’ultima campanella e che, fuor di metafora, l’inerzia e/o l’assenza di una scossa fattiva condurrà il paese in un baratro profondo, le cui conseguenze, personali, economiche e sociali, graveranno sulle spalle del 99 % dei cittadini italiani e dal quale ci sarà impossibile riemergere, se non profondamente dissimili dalla nostra interiore immagine dell’Italia.

La preoccupazione, la disperazione e la paura non creeranno sviluppo, benessere e sicurezza in assenza di una evoluzione necessaria.

Lascia un commento